CANDIDARSI PER UN MESE DI FERIE
Ho
appreso con stupore che nel piccolo comune di Rocchetta, oltre alle due liste
note degli ex sindaci, ci sono ben tre liste formate da cittadini non
residenti nel piccolo comune di 486 abitanti.
Andando
a fondo, sono risultate essere liste formate per la maggior parte da militari o
appartenenti alle forze dell’ordine.
Chi
è più attento di me a tali fenomeni, mi ha confidato che è un costume usato in
tutta Italia e da molto tempo.
Mi
viene da pensare, allora, che tanto afflato civico sia indirizzato a godere
dei benefici di legge previsti per queste categorie in caso di campagna
elettorale e cioè i giorni
di licenza speciale, che possono superare anche i 45.
MA
VOGLIAMO SMETTERLA CON QUESTI MEZZUCCI DI BASSA LEGA??!!
Sono
indignato, profondamente arrabbiato, nel vedere come un istituto volto a
garantire la massima partecipazione alla vita democratica del Paese sia
vilipeso, abusato, svilito da chi questo Paese è chiamato a difendere.
Mi
sono stancato di questi italiani così da poco, furbetti dell’ultima ora, fieri
di fregare il loro datore di lavoro per un mese di ferie in più.
Ma
il loro datore di lavoro siamo noi: lo stipendio a questi signori lo paghiamo
tutti noi!
Noi
comuni mortali che se ci vogliamo candidare dobbiamo investire tempo, energie e
denaro (perché magari, se eletti, rinunciamo anche agli emolumenti previsti) e
soprattutto dobbiamo rinunciare alle nostre ferie, al tempo libero, per servire la collettività.
Tutto
ciò è intollerabile. La disaffezione per le forme di partecipazione democratica
non è solo colpa dei politici corrotti e in malafede, ma passa anche per questi
cittadini, dipendenti dello stato, che dimostrano nei fatti di essere, se non
disonesti, quantomeno infedeli.
Certo,
direte voi, non sono qui tutti i mali dell’Italia, in fondo non è
un’illegalità, esercitano un loro diritto. Ci sono altri eventi peggiori, le
truffe, la corruzione, il clientelismo politico e chi più ne ha più ne metta.
E
sono d’accordo: ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare a smascherare le
ipocrisie che incrostano il nostro paese.
E
questo malcostume è tanto lampante quanto fastidioso e irritante.
Dai
servitori dello stato ci si aspetta di più.
Ci
si aspetta la lealtà, la trasparenza e la chiarezza.
Non
la furbizia e il sotterfugio che così sfacciatamente palesano.
Se
la legge prevede una facoltà non per questo si deve esercitarla per forza, più
opportuno sarebbe pensare al perché viene concessa tale facoltà, a cosa serve e
cosa preserva.
Invece
qui siamo di fronte all’abuso bello e buono, per fini personali e non certo in
vista del bene comune.
E
in ultimo, il disonore che certe persone gettano sui tanti militari onesti e coscienziosi
che non si piegano a certi compromessi.
Per
quello che serve, mi sono preso la briga di scrivere al governo, alle mail messa
a disposizione per la riforma della Pubblica Amministrazione, segnalando
l’abuso di un istituto che, lo ribadisco, considero in sé buono.
Spero
che qualcuno prenda provvedimenti, prima o poi.
Nel
frattempo non farò mancare a questi signori il mio personale disappunto.
Per
quel che può valere.
Francesco
Zona