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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

NIENTE INTITOLAZIONE PER ANDREINO

A molti è sfuggito che nell’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale non è stata inserita, ancora una volta, la proposta dell’intitolazione del campo sportivo ad Andreino D’Onofrio, accanto a quella già esistente di Alessandro Fattore. Ennesima “dimenticanza” stavolta di Silver Mele, dopo che per due volte Lello De Vita è incappato nella stessa omissione. Non intendiamo commentare l’accaduto. Riportiamo qui di seguito le parole del sindaco Caparco lasciando a voi le riflessioni. Gazzetta di Caserta, venerdì 17 settembre 2010 “L’intitolazione dello stadio è sicuramente un problema marginale che la nostra amministrazione affronterà nei tempi dovuti. Ora la nostra attenzione è rivolta a problemi più urgenti e seri che pesano sull’intera collettività. Quindi non comprendo la fretta mostrata dal consigliere Cipro che sembra dare alla vicenda una priorità assoluta. Purtroppo reggere le sorti di una cittadina come la nostra, significa rivolgere l’attenzione verso ben altre questioni.”

EMIGRAZIONE: LA VIGLIACCHERIA DEI NOSTRI TEMPI!

Nella mia casella postale arrivano spesso messaggi anche anonimi, che riguardano argomenti per lo più trattati sul blog da gente che non ritiene di pubblicare le proprie osservazioni. Ultimamente, è più di una settimana ormai, ho ricevuto la mail seguente che ho deciso di pubblicare per intero. Sono le esternazioni di un giovane, che non conosco, ma che ritengo valgano la pena di essere divulgate. “E' una riflessione che vado maturando da tempo, ne ho discusso molte volte con chi ha vissuto esperienze simili alle mie, e ultimamente, a seguito di una predica da parte di un prete di frontiera a riguardo di un bene confiscato alla camorra, ne sono ancora più convinto. Parlo, a scanso di equivoci, del fenomeno dell'emigrazione interna, quella giovanile, non di quella motivata da stringenti necessità, ma di quella dei figli di papà che possono permettersi di andare a studiare a nord del Garigliano. Credo che questa necessità, quella di andare a studiare al nord, sia per molti giova

“SENZA LA CALABRIA E LA CONURBAZIONE NAPOLI – CASERTA L’ITALIA SAREBBE IL PRIMO PAESE D’EUROPA.”

Così si esprime Brunetta e a ben guardare non ha forse tutti i torti. L’intento non è certo quello di demonizzare il meridione e i meridionali, anzi. Ma è quello di mettere in evidenza che da noi esiste un sistema malato e in rapido peggioramento, individuato come “un cancro sociale e culturale, un cancro etico, dove lo Stato non c’è, non c’è la politica, non c’è la società.” Questo stato di cose alligna nell’animo di coloro che abitano e vivono a sud, è come una nemesi che permea di sé ogni cosa e fa sembrare inutile ogni sforzo di cambiamento. Si aspetta per anni il posto fisso, si litiga e ci si scanna per un posto di 300, 400 euro al mese, si cerca l’accattonaggio politico per cercare di lucrare qualcosa spesso a spese di chi ne ha più diritto. E’ una lotta di sopravvivenza la cui sorte non è demandata a noi stessi, ma ad altri, quelli che possono e debbono fare qualcosa per noi. Non c’è impegno personale alla crescita, allo sviluppo, alla creazione di sbocchi lavorativi propri, ce

GUELFI E GHIBELLINI

I termini guelfi e ghibellini indicano le due fazioni che dal XII secolo sostennero rispettivamente la Chiesa e l’Impero, trasferendo poi questo conflitto a livello comunale. All'interno delle città, la stessa dicotomia si ripropose poi nella lotta tra le fazioni guelfa e ghibellina della popolazione, entrambe volte a esercitare dominio del comune. La storia di Calvi Risorta sembra essere da anni imperniata sulla radicalizzazione di uno scontro a due, e vale a dimostrarlo il numero record di interventi su questo blog a favore o contro di uno dei contendenti: Caparco e Zacchia. Certo la storia va avanti con le azioni umane e risente di certi errori di valutazione veramente macroscopici, come quelli di Marrocco e Cipro, persuasi di potere cambiare usi, costumi e mentalità ormai radicate nel personaggio Caparco, loro che si sono ritrovati in parte spiazzati da metamorfosi ovidiane di gente come De Vita e Mele su cui contavano per far valere di più loro stessi e il popolo caleno. E mai