“NON ABBIAMO PIU' PAROLE..."

Non abbiamo più parole... siamo arrivati a un livello di degrado e inciviltà abnorme, assurdo, fuori dal mondo, siamo alla follia.”
Inizia così l’ennesima tirata di un Vito Taffuri fustigante e furioso contro l’immigrazione degli ultimi tempi, che hanno affollato di facce nuove e di pelle di colore diverso la nostra cittadina.
Sono d’accordo con lui quando afferma che è grave che i nostri organi amministrativi (leggi “Prefettura”) dispongano a loro piacimento la dislocazione di queste persone a seconda delle richieste dei privati, ma non sono d’accordo quando afferma: “Già è pronta una sottoscrizione da inviare agli organi competenti per chiedere la chiusura di questi centri di accoglienza che stanno mortificando il nostro territorio. “
Queste persone appartengono comunque, checché se ne dica, al genere umano e vanno pertanto educati a comportarsi secondo regole che forse da loro e per loro non sono abituali.
Compito che dovrebbe essere principalmente demandato a coloro che con tanta sollecitudine premono presso le autorità per vedersi assegnato un numero sempre più grande di persone e poter godere di un guadagno sempre più grande.
E’ questo lo scandalo su cui si dovrebbe indagare.
Qual è il compito di questi presunti benefattori dell’umanità, se non continuare uno sfruttamento che è iniziato a migliaia di chilometri da noi?
Non penso che il buon Vito abbia personalmente assistito a qualcuno di questi episodi, ma sicuramente ne ha letto su Facebook.
Ma la persona o le persone che hanno eventualmente assistito, si sono poi fatte carico di intervenire per spiegare loro che ci sono i posti deputati a fare ciò, primi tra tutti i bagni dei bar davanti ai quali questi giovani sfaccendati sostano per ore?
E poi, caro Vito, ti sei mai fatto dentro la villetta il giorno successivo a una Festa della Birra o ai tanti sabati sera estivi?
Avresti trovato un mare di bottiglie vuote, molte fracassate contro i muretti insieme ad evidenti quanto nauseabonde tracce di vomito lasciate dai nostri civilissimi e ubriachi concittadini.
Non è facendo del populismo e del qualunquismo di bassa lega che si risolvono questi problemi, né chiedendo la chiusura dei centri e l’espulsione dei migranti.
Andrebbe fatto a monte un discorso molto più completo e più serio e cioè intavolare da subito un programma di inserimento reale nella realtà cittadina di giovani che hanno l’unico torto di essere nati in un posto sbagliato e che cercano disperatamente una nuova realtà per trovare uno sbocco alla loro vita.
E non bivaccando per strada o davanti ai bar, facendo nulla o quasi, che potranno trovarlo, sommersi da  indifferenza e, soprattutto, da una noia mortale.



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