LA FORZA DELLE PAROLE - ANALISI ELETTORALE
E’
finita finalmente la bagarre di questa ennesima elezione calena, che ha visto
prevalere la compagine di Giovanni Lombardi.
La
cosa non mi meraviglia più di tanto, assuefatto ormai, dagli anni che si
rincorrono impietosamente, a osservare come sempre più spesso ai giorni nostri
le esposizioni serie e pacate lascino il passo alle urla, alle offese, alle
contumelie che, alla fine, prendono il sopravvento.
Ma
è proprio questo quello che vuole il pubblico, oggi?
Evidentemente
si, visto che, a raccattare i conti, la politica dell’ingiuria, della bugia
seriale, dell’offesa gratuita, risulta
vincente.
E’
anche vero, come diceva John Stuart Mill, che il valore di uno stato, a lungo
andare, è il valore dei singoli che lo compongono e la convinzione di non far
parte di questi è fatto consolatorio di per sé, ma il raggiungimento di uno
scopo a lungo agognato vale il sacrificio di tanti valori gettati a piene mani
sull’altare del soddisfacimento del proprio ego?
E
non mi si venga a dire che, passata l’euforia della competizione, tutto tornerà
come prima, perché così si è sempre fatto a Calvi Risorta.
Non
tornerà niente come prima e anche la convinzione propria di essere stato comunque
nel giusto, non allieverà la pesantezza di quanto si è detto e divulgato dai
balconi.
Tra
l’altro, per restare al pratico, bisognerà inventarsi anche un programma,
totalmente ignorato nelle premesse e posposto alla necessità di rivalsa e
vendetta nei confronti del nemico da abbattere.
In politica
sarebbe forse più giusto abolire la parola "avversari" e utilizzare
“concorrenti”, cioè coloro che pur su linee di partenza differenti, corrono
insieme verso il medesimo obiettivo, che è il bene comune. La logica amico-nemico,
come egregiamente enunciava Carl Schmitt, “ …è la radice più profonda
dell'insulto, della calunnia e, purtroppo, dell'ignoranza politica.”
Auguro,
dal profondo del cuore, a Giovannino Lombardi un proficuo lavoro e mi auguro che
quanto detto sia interpretato come un contributo, seppur minimo, a spiegare
l’evoluzione di un fenomeno chiamato elezioni.
So benissimo
che qualche suo accolito avrà sempre qualcosa da ridire, ma non sarà certo
qualche sconosciuto Carneade a farmi perdere il sonno.
Lavorate
bene, perché a Calvi c’è tantissimo da fare.
Agli sconfitti resta ora solo la resilienza, un
modo intelligente e fattivo di continuare a credere nei propri obiettivi e nei
propri ideali.
E a quei due o tre ai quali il nome potrebbe
risultare ostico, espongo qui di seguito la sua esplicitazione:
“La resilienza è la
capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in
maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno
sul cammino. Il verbo "persistere" indica l’idea di una motivazione
che rimane salda. Di fatto l’individuo resiliente presenta una serie di
caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a
"leggere" gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene
di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente
che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è
prefissato; tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità,
piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace
di non perdere comunque la speranza.”
(Pietro
Trabucchi, psicologo sportivo)
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