ARSENICO E VECCHI MERLETTI

Arroventati i rapporti tra maggioranza e opposizione a causa di un’uscita alquanto infelice dello staff del candidato a sindaco Giovanni Lombardi che, riprendendo una battuta di un sito satirico, ha riproposto tal quale un invito a sciogliere il sindaco.
Apriti cielo!
Lettera indignatissima dell’amministrazione in carica che ha evocato immagini sinistre di complotti fascisti, nazisti e bolscevichi.
In tutto questo mi pare di scorgere comunque un grosso limite nella nostra piccola società, limite che appartiene ad entrambi i contendenti.
Da un lato l’amministrazione, che prima di scendere in campo lancia in resta poteva analizzare con maggior freddezza l’accaduto e studiarne la provenienza: l’appartenenza della battuta ad un sito satirico avrebbe sicuramente smorzato i toni e dato un equilibrio maggiore alle reazioni.
Dall’altro mai battuta fu più infelice da parte del gruppo Lombardi, anche perché buttata lì senza nessun commento, come se tutti fossero comunque a conoscenza del sito satirico e interpretassero in quel modo la sua uscita.
Quante volte abbiamo assistito su FB alla pubblicazione di un brano o di una poesia anche famosa e visto attribuire i meriti al riportatore invece che, magari, a Montale o Dante?
Un’altra annotazione meritano i vari commenti apparsi via via a sostegno “… del vile attacco a Giovanni e Antonello..”  “ …Un’uscita veramente infelice e fuori luogo quella del sindaco e della suo gruppo”, tutti volti ad un’estrema minimizzazione dell’operato dell’opposizione, la cui responsabilità è tutta racchiusa nella frase “uscita forse infelice”.
Sono convinto che l’italiano abbia una sua valenza e il fatto che pretestuosamente si cerchi di cambiare le carte in tavola mi dà veramente fastidio.
Sarebbe bastato forse, visto lo scivolone di stile, uscire semplicemente con un biglietto di scuse, invece di cavalcare l’ipotesi, con i propri supporters ed adepti, della mancanza di humour da parte degli altri, che dovrebbero capire a tutti i costi e fare anzi buon viso a cattivo insulto.
Ma si sa, quando si è a corto di argomenti seri (e questo vale per entrambi i protagonisti) ogni pretesto è buono per metterla in baruffa, con buona pace della pazienza e dell’intelligenza altrui.


Commenti

  1. Non c'è niente da aggiungere. Caro Massimo, nel marasma dell'ignoranza Calena il suo pensiero è come acqua nel deserto.

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