ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL VOTO
A
PROPOSITO DI CAPARCO.
Lascia
stupita la prestazione del sindaco uscente che non è stato mai in partita.
Ha
sempre arrancato nelle posizioni di rincalzo non trovando mai un acuto che
potesse sollevarlo dalla mediocrità di risultati che stavano lì a dimostrare
alquanto impietosamente la fine di un’epoca.
Alla
fine il tribuno caleno ha dovuto ammainare le sue bandiere e constatare la sua
irrimediabile e storica sconfitta.
Eppure
le aveva provate tutte le soluzioni per cercare di uscire dalle evidenti sacche
tra le quali si era impantanato.
Gli
è riuscita la mossa di arruolare ai suoi vessilli l’avv. Tina Izzo, che però
più di tanto non è riuscita a dare; in più alcuni suoi vecchi fedelissimi non
sono andati oltre un modesto dovere di firma.
Certo
ha poco giovato mettere i fratelli contro i fratelli e soprattutto proporre in
alternativa ai protagonisti storici di altre battaglie i loro figli, atto che è
stato interpretato come imperio, più che come apertura ai giovani, sacrificati
sull’altare della convenienza di altri, non certo la loro.
Unica
eccezione la lusinghiera prestazione di Anita Bovenzi che con 272 voti
personali ottiene un’affermazione di tutto rispetto, in ciò sostenuta da una
bella e importante famiglia.
Tramonta
così oggi lo stellone politico di un Caparco comunque diverso da quello
battagliero e sanguigno degli anni scorsi.
Sarà
che, oltre al peso dell’età, ha avvertito che alcune sue ultime uscite
piuttosto improvvide, come quella sull’impianto a biomassa, la questione GEA e
la Cava Fabressa, solo per citarne alcune, ne hanno sminuito di molto il
carisma, generando un senso di insoddisfazione tra i suoi stessi seguaci.
A
PROPOSITO DI LOMBARDI
Perdere
le elezioni per sette voti, quando le previsioni erano di stravincerle con una
differenza di almeno 200 voti, dovrebbe far riflettere a lungo i due attori
principali della lista, in particolare lo stratega Antonello Bonacci, apparso
troppo sicuro del fatto suo al punto di trascurare molti contatti diretti,
dando così per scontato ciò che non doveva essere dato.
Se
si fosse perso per un numero maggiore di voti, si sarebbe potuto cercare e
trovare una qualche giustificazione plausibile.
Quello
che è successo denota invece un pizzico di presunzione e un po’ di superficialità
e questo errore è reso più macroscopico dall’entità veramente misera della
misura con la quale si è persa la votazione.
Certo,
i due sono giovani e avranno modo di rifarsi, se ne avranno tempo e voglia,
magari impegnandosi con continuità e non solo nell’imminenza della tornata
elettorale.
Peccato
per Antonello, che è andato incontro all’ennesima sconfitta, questa volta resa
più bruciante da come è accaduta.
A
PROPOSITO DI MARROCCO
Data
per completamente spacciata alla vigilia del voto, la lista del duo Marrocco –
Cipro si è dimostrata nei fatti la più solida e affidabile. Eppure i due
venivano da due peccati originali
notevoli, quello di essere stati eletti nella lista di Caparco e quello di
avere sempre rifiutato di volere anche solo discutere una leadership, quella di
Giovanni Marrocco, che si è auto investito e auto referenziato da tempo della
carica di sindaco.
Va
dato loro atto però, constatata la decisione di Lombardi di non cedere lo
scettro a meno di improbabili primarie, di avere voluto correre il rischio di
affrontare a viso aperto una battaglia che i più davano perdente e di avere
fino all’ultimo creduto in un risultato positivo.
Certo,
quando si vince di soli sette voti è possibile fare tutte le dietrologie di
questo mondo.
Quando
si vince, e nel modo veramente rocambolesco come hanno fatto loro, bisogna però
solo levarsi tanto di cappello e augurare loro un cammino amministrativo pieno
di belle novità e affermazioni.
A
questo punto auspichiamo che sappiano coinvolgere le forze più belle della
nostra cittadina, anche quelle che ora sono all’opposizione, per pacificare gli
animi esacerbati da anni di forti contrapposizioni e dare una voce e un futuro
ai tanti giovani che quest’anno più che mai si sono mobilitati per questa
tornata elettorale.
E’
a loro e al loro entusiasmo che tutti noi dobbiamo il massimo rispetto, a
prescindere dalla scelta compiuta da ognuno.
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