I TANTI “PEPPINO” TRUFFATI DALLO STATO !

“Peppino”, in questo caso, è un nome casuale, inventato, ma comunque indicativo del malessere del nostro meridione dove i “Peppino” raggiungono il 93% di tutti i candidati ai concorsi delle forze armate.
Conosco il mio “Peppino” da sempre, da quando, cicciottello e bene in carne, frequentava la scuola di Calcio a 5, di cui sono presidente da tanti anni, nella categoria “pulcini”.
Peppino è cresciuto con noi, militando man mano nelle categorie superiori per arrivare presto, troppo presto, aggiungo, alla maggiore età.
Preso il diploma, ha fatto il primo concorso statale, nell'esercito.
Impegno di un anno, raddoppiato da un altro piccolo concorso interno.
Poi a casa, dopo avere assaporato però la possibilità di prendere uno stipendio niente male per un giovane e fare niente o quasi per mezza giornata di presunto lavoro.
Ovvio che, una volta a casa, Peppino cerchi di reiterare quel periodo dorato, che gli ha permesso di avere qualche soldo in tasca e di comprarsi addirittura una macchina, cercando così di vincere il concorso per effettivo e sistemare così la sua vita per sempre.
Ora ha anche una ragazza che gli sta sul collo e lo incita a prepararsi bene e a vincere, così si sposano subito.
Nello sport, come capita a tutti quelli che fin da bambini lo praticano, Peppino è cresciuto in salute, in gioia di vivere, in agonismo, che è voglia di confrontarsi ad armi pari, in lealtà.
Studia come un matto, rinuncia a partecipare alle prime gare del campionato di Serie C1, mica di poco conto, per la paura di farsi male ed essere escluso alle prove fisiche.
Per le quali, oltre a partecipare agli allenamenti della squadra, si prepara anche da solo, in corse interminabili, flessioni, salto in alto e tutto quello che la prova prevede.
Arriva il momento dell’esame.
Ai quiz niente male, superato il punteggio che si presume minimo per la prova, alle esercitazioni fisiche, grazie alla sua preparazione specifica di tanti anni di sport, salta in alto venti cm. di più del limite previsto, conta invece di venti fino a 29 flessioni, perché di più non gliene fanno fare, corre il chilometro lasciando il secondo arrivato, che pure non doveva essere scarso su un lotto di più di duecento persone, a più di venti secondi di distacco.
Arriva il momento dello psicologo, quello più temuto da tutti i partecipanti, perché quello più infido. Basta una crocetta su un particolare quadratino per escluderti dal novero dei possibili vincitori. E quando i candidati sono tanti, troppi, ti viene il giusto sospetto che quelle crocette siano troppo bene indirizzate per essere casuali.
Si arriva al resoconto finale.
Peppino è stato escluso, con una votazione di 92/100.
La media è risultata superiore al 93%.
E contro chi si è trovato a lottare Peppino? 
Tutti Einstein, Fermi, Marconi, Edison e tanti altri scienziati?
E perché tutti questi scienziati fanno questi concorsi?
Semplicemente perché non sono scienziati, ma gente che evidentemente ha qualche conoscenza in più di Peppino.
Se pensate che dica qualche inesattezza, sappiate che recentemente hanno dovuto annullare un concorso perché i risultati con 100 centesimi su 100 sono stati un numero impressionante, superiore ai posti messi in palio, e mai registrato prima, al punto da suscitare qualche sospetto anche nel più ottuso, o connivente, responsabile delle forze armate.
Torniamo al titolo: perché Peppino è stato truffato dallo stato?
Perché è lo stato che crea questa situazione anomala e fuorviante per le giovani menti dei nostri ragazzi, che, come detto, sono per lo più meridionali.
Li tiene nel limbo per uno, due, anche quattro anni per poi scaricarli di nuovo in mezzo alla strada.
E’ il principio che è sbagliato.
Se ti serve gente, addestrala per bene, formala per le tue esigenze e mantieni la promessa di tenertela a tempo indeterminato.
Questi concorsi servono solo a chi è abituato a rimestare nel torbido, ricavandone un lucro indebito, sicuramente notevole, fondato sulla voglia delle famiglie di vedere sistemato un proprio giovane congiunto.
So di gente che si è dichiarata disposta a versare anche cifre prossime ai quarantamila euro in caso di vincita di un concorso.
A chi? Non chiedetelo a me.
Negli ultimi tempi sono nate centinaia scuole di preparazione ai concorsi pubblici, con allegati brevetti che offrono la conquista di mezzo punticino a suon di migliaia di euro. Mai saputo, tra l’altro, che le forze armate, esercito e carabinieri compresi, abbiano avuto tanta necessità di bagnini.
Ma è un altro il danno arrecato ai ragazzi, molto, ma molto più grave di quello finora descritto.
E’ l’avere installato in loro la consapevolezza che in questo mondo per primeggiare c’è bisogno solo del calcio nel sedere, che le qualità non contano più, che il santo in paradiso bisogna averlo per forza, altrimenti non si va da nessuna parte.
Ma come, pensa Peppino, se finora il mister e il presidente mi hanno insegnato che per vincere bisogna mettercela tutta e alla fine solo i più bravi trionfano?
E’ come se, nel bel mezzo della sua magnifica corsa di mille metri, qualcuno si sia messo in mezzo alla pista per ostacolarlo e farlo perdere.
Ma se le cose stanno così, dirà qualcuno di voi, come è possibile cambiarle?
Abbattendo la burocrazia, la stramaledetta, inutile burocrazia, che premia solo chi è impastato in essa e da essa trae lucri indebiti e incredibili.
C’è qualcuno che si è incaricato di verificare chi ci sia veramente dietro la nascita di tante scuole private che “aiutano” e preparano nei concorsi?
Possibile che l’uscita di quel numero esorbitante di 100/centesimi non abbia fatto squillare nessun campanello d’allarme?
Lo so, ci sarà qualcuno di voi che dirà che lo stato esplica anche una funzione sociale, nel dare subito lavoro a tanti giovani.
Ma quale funzione? Quella di creare in essi l’illusione che occupare un posto senza fare praticamente nulla garantisce comunque uno stipendio? Quella di illudere migliaia di giovani, per poi ributtarli per strada riservando il vero avvenire solo ai più fortunati, perché meglio addentro negli ingranaggi burocratici?
Sarebbe ora di finirla ed è inutile piangerci addosso.
I concorsi vanno sottratti agli enti che ne debbono beneficiare e affidati a commissioni indipendenti, magari coordinati da Cantone.
Ma poiché si sa che è difficile sfuggire alla tentazione di aiutare l’amico, il parente, il figlio di un conoscente o di un onorevole, la prova dallo psicologo va svolta prima.
E anche se qualcuno è stato raccomandato, non sarà certo possibile che si escludano tutti gli altri.
In un’epoca digitale come la nostra sarà poi uno scherzo affidare al computer la scelta casuale delle domande del test, che usciranno solo alle otto di mattina, mezz’ora prima dell’inizio dell’esame, impedendo a chiunque di poter passare eventuali soluzioni.
E ai soliti furbetti che si presenteranno con appunti infilati nelle mutande, con occhiali a specchio e relativi certificati di essere fotofobici, occhiali che nascondono video dell’ultima generazione con antenne infilati nel retto, o quelli che il giorno prima si sono rotti un braccio e sfoggiano ingessature da manuale con tanto di apparecchiature nascoste, o quelli che a causa di una caduta sono dotati di una fascia enorme in testa, dove allignano altre diavolerie elettroniche, a questi deve essere tolta la possibilità di partecipare, non solo a quel concorso, ma a tutti i futuri concorsi in Italia o, come si diceva una volta con più enfasi, a tutti i concorsi del Regno.
In ultimo, ma non per importanza, le prove fisiche.

E non ci sarà più nessuno, allora, che potrà fermare Peppino nella sua magnifica volata verso il proprio futuro.

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