CAPARCO QUATER: ECCO L’IDEA INNOVATIVA E RIVOLUZIONARIA DI VITO TAFFURI
Che
l’argomento Convento di Calvi desti molta attenzione, lo dimostra il fatto che
l’articolo dell’intervista al dr. Luigi Iorio in merito alla presunta vendita
del Seminario di San Paolo della Croce, da me postato solo due giorni fa, ha fatto
registrare finora più di 950 contatti.
Segno
che la sorte del vecchio edificio, che rimane ben fermo nella memoria popolare,
sta a cuore a tutti.
Peccato
che, come in tutte le cose di questo mondo, qualcuno ha pensato bene di creare
subito allarmismo attorno ad esso, avvisando la popolazione che nei due
edifici, l’ex complesso delle Suore Stimmatine e appunto il Seminario
settecentesco, potranno essere ospitati fino a duecentocinquanta
extracomunitari.
Da
dove provengano queste informazioni non saprei dire, ma in genere Vito Taffuri
risulta essere sempre bene informato.
Al
di là però della notizia, il nostro pare avere cominciato in anticipo la
campagna elettorale, gridando a tutta voce “la
politica dorme!”.
Abbiamo
così scoperto che Calvi era stata già penalizzata dall’apertura della Rems ex
UPG, quando poco prima si era inneggiato alla messa in funzione della struttura.
Abbiamo
poi saputo che solo un ex amministratore, che ci risulta tra l’altro essere tra
i principali responsabili, e non certo il minore, dello sfacelo amministrativo in
cui versa oggi la nostra cittadina, è riuscito, da solo, ad opporsi al cambio
della guardia medica da Calvi a Sparanise.
E
ci è stato reso poi noto che solo lui (sottinteso il “che bravo” nel gergo
taffuriano), aveva rivolto l’invito al
Commissario di stipulare una convenzione con lo stato, che avrebbe limitato il
numero dei profughi ad un massimo di 12, ignorando che la volontà del prefetto
potrebbe travalicare qualsiasi accordo con l’ente locale.
Non
sappiamo quante di queste cose corrispondano all’esatta verità dei fatti.
Tanto
però sembra bastato a Taffuri per mostrare il pollice verso all’ex sindaco
Marrocco, reo di essersi seduto in prima fila il giorno dell’inaugurazione
della Rems (ci chiediamo se l’avrebbe assolto, se si fosse seduto in terza
fila).
Miglior
sorte non ha avuto Giovanni Lombardi, al quale
onestamente non si può addebitare nulla, visto che finora non ha avuto
altra responsabilità che quella di
perdere maldestramente le elezioni.
Lui,
afferma Vito, “sta studiando per
suggerire al commissario straordinario Umberto Campini, la migliore soluzione
in merito all’arrivo dei profughi, speriamo che c’è la faccia prima dell’avvio
della campagna elettorale”, come a dire che mentre il medico studia, il malato
muore.
Poteva
mai sopravvivere a questa raffica giustizialista, Antonello Bonacci, che “fa
sentire la sua voce ogni cinque anni, questa volta è stato però più fortunato
perché il mandato amministrativo è terminato tre anni con anticipo”?
A
parte il fatto che Antonello è stato l’unico in questi anni a svolgere un
compito assennato e professionale nel fare opposizione (ci sono gli atti a
dimostrarlo, non gli articoli del buon Vito), viene fuori che “Calvi avrebbe
bisogno di una vera rottamazione, che
però non c’è”, e quindi, continua il nostro con spavalda sicurezza, “i
cittadini torneranno al vecchio sistema già collaudato sicuramente.”
Vecchio
sistema rappresentato, a quanto pare da Caparco.
Insomma,
nella tirata di Taffuri ce n’è per tutti, rottamati insieme alla grammatica e
alla sintassi italiana, tranne evidentemente che per la vecchia guardia.
Quella
stessa che ci ha portato fin qui: al collasso economico e sociale.
Ma
davvero, Vito, ci meritiamo questo?