QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA VENDITA DEL CONVENTO DI CALVI RISORTA.


Intervista al Dr. Gino Iorio
Parafrasando il famoso romanzo di Carlo Emilio Gadda, “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana”, a Calvi Risorta potremmo intitolarlo “Quer pasticciaccio brutto de Largo S. Paolo della Croce”, poiché riguarda proprio il Convento dei Padri Passionisti di fine 700, un fabbricato che è nel cuore di tutti i caleni abituati alla sua rassicurante presenza da centinaia di anni.
Ma si sa, le cose cambiano, le vocazioni scemano e, da scuola Apostolica che poteva vantare fino a 200 alunni, il convento accoglie oggi  non più di sei, sette passionisti, peraltro tutti di una certa età.
Ovvio perciò l’interesse, dettato dalla necessità, di destinare ad altri scopi il fabbricato.
Questione di cui si parla ormai da tanto tempo, se è vero che già nel giugno 2013 l’allora sindaco Caparco, nell’intenzione di assicurare al patrimonio comunale l’edificio, chiedeva al dr. Gino Iorio, conoscendo le sue frequentazioni con l’Università nella qualità di Vice Presidente del Comitato del Consorzio Universitario e di Presidente di un Comitato  di una struttura sociale, di intervenire sulle stesse, beninteso a titolo gratuito, al fine di poter rendere utilizzabile lo stabile alla sua naturale funzione di accoglienza di scuola e attività sociale.
D’altra parte era ampiamente noto che l’immobile da circa 100 anni è stato destinato a Scuola Apostolica dei PP. Passionisti.
Investito da tale compito e convinto di poterlo espletare, il dr. Iorio si  incaricò di riunire il Comitato Tecnico Scientifico ed Economico della Cooperativa “Terra Magica”, che subito espresse parere favorevole alla stipula di un contratto di Comodato gratuito per nove anni, rinnovabile per altri nove.
Nello stesso tempo il dr. Iorio ebbe modo di contattare il Rettore della Facoltà di Scienze Sociali e del Turismo di Napoli, Prof. Dr. Vladimiro Ariano, ricevendo la sua approvazione, sia pure al momento solo verbale.
Ciò al fine di poter utilizzare tutta la grande struttura, nella parte superiore ai fini sociali e a piano terra e al primo piano ai fini culturali. 
A questo punto possono risultare utili molte circostanze inerenti alla trattativa tra i Passionisti e il dr. Iorio, da lui riassunti nella “ MEMORIA/ CONVENTO DEI PADRI PASSIONISTI DI CALVI RISORTA”, che puntualmente annota in una specie di diario, passo dopo passo, gli sviluppi della faccenda.
Ed è logicamente a lui che ci rivolgiamo, in questa intervista, per cercare di capirne di più in questa trattativa improvvisamente interrotta e naufragata.
”Ho preso contatti con il Provinciale dell’epoca, Padre Mario Caccavale, fissando un incontro presso il seminario in data 28 Aprile 2015 alla presenza dell’intero Comitato Tecnico della Cooperativa.. “Ci racconta il dr. Iorio. “In data 30 Aprile 2016 Padre Mario Caccavale mi trasmetteva via mail la lettera del comune di Calvi, nonché la bozza del Contratto di comodato predisposta dall’Avv. Iezzi, presso il cui studio Padre Mario mi diceva di fare riferimento per il prosieguo della trattativa. Il sottoscritto si è recato varie volte a Roma presso lo studio dell’Avv. Iezzi per la formulazione del contratto di comodato, oltre ad essere continuamente in contatto telefonico con la professionista, e ciò anche a seguito delle continue variazioni contrattuali che l’Ente, per i suoi continui cambi dei rappresentanti al vertice,  riferiva al legale. Per tali fatti, il contratto di comodato gratuito è stato riformulato, con la mia collaborazione, dall’Avv. Iezzi almeno un decina di volte. Finalmente l’Avvocato, durante il nostro ultimo incontro presso lo studio di Roma, mi consegnava la bozza del contratto definitivo in data 27 Marzo 2016, sostenendo che dopo pochi giorni si sarebbe proceduto alla firma, poiché mancava solamente una risposta della Sovraintendenza di Napoli
Nella risposta della Sovraintendenza, c’erano alcuni vincoli da rispettare, al punto che era consigliabile fare intervenire, nell’atto, il Consorzio Universitario al posto della Cooperativa, cosa che, come si legge innanzi, è stata fatta e accettata dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio.
Intanto Padre Antonio Siciliano, responsabile legale dell’Ente e firmatario del contratto, mi comunicava telefonicamente che la firma era rinviata di alcuni giorni, dopo la seconda decade di Aprile e che, nelle more, voleva presentarmi il nuovo economo dell’Ente, tale Padre Vincenzo Fabri, che sarebbe arrivato a Calvi Risorta a visitare il convento, che lui non conosceva affatto.
L’incontro è stato cordiale al punto che ho omaggiato padre Vincenzo di un mio romanzo e lui mi ha offerto un periodico di una rivista ecclesiastica, della quale  era responsabile in qualità di giornalista.
Padre Antonio in quella sede mi ha riferito che poiché nel frattempo era subentrato un altro soggetto giuridico (Consorzio Universitario) per la stipula dell’atto di comodato, non dovevo più rapportarmi con l’Avv. Iezzi, poiché probabilmente Padre Vincenzo si sarebbe servito di altri legali.
Cosa che ho fatto a partire da quel momento.
Dopo quell’incontro, ho più volte chiamato Padre Antonio per conoscere la data della firma e la risposta è stata:
“CARO GINO,  IO DEBBO SOLO METTERE LA FIRMA. LA PERSONA CHE DECIDE TUTTO È PADRE VINCENZO FABRI.  A LUI DEVI RIVOLGERTI” .
Padre Vincenzo da me subito chiamato al telefono, mi ha riferito che nel giro di una settimana mi avrebbe comunicato tutto.
Dopo questa telefonata, silenzio completo.
Nessuna risposta successiva è poi a me pervenuta alle miriadi di  lettere da me inviate prima a Padre Vincenzo e Padre Antonio e successivamente anche ai Padri Generali della Congregazione.
L’unica risposta è stata quella speditami via mail da Padre Vincenzo Fabri, in data 13 Ottobre 2016, nella quale si dichiarava che in data 16 Settembre 2016 il Convento dei PP. Passionisti di Calvi Risorta era stato promesso ad una società di capitali (ad uso speculativo naturalmente, forse per il ricovero degli extra comunitari, come mi è dato sapere da un articolo di giornale uscito proprio in questi giorni)  in assoluto disprezzo  e noncuranza di tutto il mio impegno profuso e delle assicurazioni date a mio nome, ma su specifica ed espressa indicazione dei PP., sia all’organo sociale Coop. “Terra Magica”, che a quello istituzionale del Consorzio Universitario.”
Prosegue il dr. Iorio enunciando la sua intenzione di comunicare questa sua Memoria sia agli organi di stampa, sia a chi di competenza e cioè alle Superiori Sedi Ecclesiastiche, perché si faccia luce sulla faccenda e sul perché si sia preferito cedere l’immobile ad una società di capitali e non ad un Consorzio Universitario, che sicuramente avrebbe accettato le stesse condizione della società  e con il quale era in corso la trattativa, per suo tramite, da oltre due anni.
“Tale ricerca della verità serve principalmente per dare ragione ai cittadini di Calvi Risorta e a me per il tempo che ho dedicato  per dare la giusta destinazione ad un convento del XVII secolo.”
I nostri lettori si chiederanno, a questo punto, cosa ci sia di strano in tutta questa faccenda.
Premesso che, in linea di principio, ognuno è libero di disporre dei propri beni come vuole, resterebbe da chiarire il comportamento ambiguo dei Passionisti nel trattare la faccenda e la noncuranza, al limite della cattiva educazione, nell’estromettere chi per due anni si era dato da fare al fine di dare continuazione a una struttura storica, da sempre sede di cultura, all’unico scopo di  risolvere quello che, per i Padri Passionisti, stava diventando un problema.
“C’è poi da chiarire”, prosegue il dr. Iorio nel suo “J’accuse”, “come è stato possibile concludere in poco tempo una trattativa che si era protratta per anni senza trovare mai l’epilogo naturale. Adesso rischiamo di ritrovarci a Calvi, senza nessun tipo di cautela, da cento a duecento extracomunitari, portati qui da qualcuno che aveva interesse a svuotare il sovrannumero degli stessi, dalle altre strutture che gestisce in Provincia e nella Regione..”
Tutto qui.

 

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