I LIBRI DELLA MIA LIBRERIA - QUARTO CAPITOLO
QUARTO CAPITOLO
– da Giusi Marchetta a Salvatore Minieri
Siamo così arrivati al quarto ed ultimo capitolo di questo excursus nella mia libreria.
Ringrazio i tanti amici che mi hanno onorato nel consegnare alla stessa le loro opere ed esorto quanti
ancora vorrebbero farlo ad abbandonare ogni ritrosia e senso di un qualche pudore a trasmettermi le loro opere.
Sarò lietissimo di valorizzarle.
Ma adesso passiamo ai big.
Ringrazio i tanti amici che mi hanno onorato nel consegnare alla stessa le loro opere ed esorto quanti
ancora vorrebbero farlo ad abbandonare ogni ritrosia e senso di un qualche pudore a trasmettermi le loro opere.
Sarò lietissimo di valorizzarle.
Ma adesso passiamo ai big.
Casertana,
la conosco da quando studiava all'università nella stessa facoltà di mio figlio Francesco.
Professoressa
di ottima cultura e scrittrice di rara bravura, Giusi Marchetta, dopo moltissimi
riconoscimenti, pubblica oggi con Rizzoli e Einaudi e dopo il debutto con “L’iguana non
vuole”, straordinario documento della sua attività di professoressa di
sostegno, offre oggi il suo validissimo contributo a formare nuove generazioni di
lettori con il suo bellissimo “Lettori si cresce”.
Qui
di seguito due passi dei suoi libri.
“Ci
siamo seduti su un prato. Qualche corridore mattutino santificava la domenica
facendo leva sui polpacci. Macchine, persone, cani a passeggio, si muovevano in
un silenzio educato, pacifico, che non aveva niente a che fare col nostro, che
sempre più spesso assomigliava a una tregua rabbiosa dal continuo bisogno di
sfogarci. Era un silenzio pericoloso, il nostro: ci maturavano le decisioni
peggiori, libere di consolidarsi e di prendere forza, di sembrare necessarie.”
( L’iguana non vuole).
“Ciò
non significa che io desideri una scuola del dovere e del nozionismo fine a se
stesso. Vuol dire che a scuola dovremmo porci due obiettivi che vanno di pari
passo: farti conoscere la storia e il linguaggio di questo patrimonio artistico
e aiutarti a sviluppare una sensibilità nei suoi confronti. In altre parole,
prima di spedirti in libreria a cercare qualcosa da leggere, credo sia
importante trasmetterti la facoltà di vedere che esiste una libreria in mezzo
agli altri negozi. (Lettori si cresce).”
In
ultimo, ma non ultimo, tra i miei autori preferiti c'è Salvatore Minieri,
giornalista d’assalto, come lui ama definirsi, che a me piace specialmente per
le sue indagini che raccontano le mille schifezza di questa nostra terra, con
fermezza e coraggio, molto coraggio. Ho con me “I padroni di sabbia”, libro
indispensabile per capire gli intrecci tra politica e i Coppola al tempo del
sacco di Baia Domizia e mi appresto a procurarmi il suo nuovo libro “I pascià”,
che in questi giorni lui va presentando in lungo e largo per la penisola, con grosso successo di pubblico e di critica, che narra
storie di camorra e commistione con la stessa da parte di personaggi
apparentemente inappuntabili.
Giornalismo
e opere scomode, quelle di Salvatore, perché toccano suscettibilità e
soprattutto interessi da difendere, che potrebbero esporlo a pericoli concreti.
Quando
gli chiesi di presentare il mio libro “Rosso teatro” nella sala consiliare del
Comune di Calvi Risorta, aderì con un entusiasmo che giudicai francamente
sproporzionato, lui giornalista professionista e scrittore affermato, io
giornalista pubblicista e scrittore alle prime armi.
E,
come avuto già modo di esprimere allo stesso, gliene sono grato ancora adesso.
“Fu quello l’ultimo ricordo, il più terribile, che forse passò per la testa di Mario Luise, prima di firmare quell’atto indirizzato alla Giammaria. Fu quello l’ultimo atto di una selvaggia stagione che aveva iniziato a togliere al fiume le spalle, a consumarne ogni sponda, a cavare sabbia da ogni ansa.
Finì
la sabbia da estrarre, ma iniziò l’erosione perché il fiume iniziava a scorrere
al contrario.
Ma
ormai i mezzi di Giammaria erano andati via, dopo aver tolto così tanta di
quella sabbia dal letto fluviale, da consentire al mare di entrare nel Volturno
e bruciare per tre chilometri ogni coltura.Erano scomparsi mezzi e uomini.
Spariti. Come quella coscia di ponte romano. Come i sogni di quel bambino schiacciati dalla fretta di rubare la casa di sabbia a quel fiume.” (I padroni di sabbia).
Ho
voluto raccontare in queste poche pagine tutta la produzione artistica, letteraria e
poetica in mio possesso, prodotta da amici, parenti, conoscenti, a loro volta scrittori, poeti, romanzieri, fotografi.
Con
buone probabilità ho tralasciato sicuramente qualcuno, non per sciatteria o, peggio, disistima, ma
solo perché, di loro, non posseggo materialmente alcuno scritto.
Per cui, coloro
che sono interessati a venire citati nel prossimo blog, non debbono
fare altro che farmi recapitare il frutto del loro ingegno e sarò lieto di
commentarlo e divulgarlo.Cordiali saluti a tutti.
Massimo Zona