I LIBRI DELLA MIA LIBRERIA


Secondo capitolo

 – da Massimo Zona a Vittoria Silvana Iorio (passando per Peppe Carcaiso e Gino Iorio)


Al genere di pubblicazioni, per così dire, intimiste, appartiene il mio “Corri nonno, corri!”, che ho riletto volentieri, contenente la descrizione accurata di posti e di tempi, volti a far perdere peso a due ultra cinquantenni. Con piacere ho rivisto la foto di Yukon stampata sulla copertina, con lui tranquillamente seduto, lui che è stato il nostro fedele compagno di tante passeggiate.

Dato il tempo trascorso, potrei oggi forse scrivere anche la seconda edizione del libro, riservandolo stavolta ai settantenni, tra i quali tra non molto potrò annoverarmi.

“Abbiamo sconfitto un luogo comune, tipico di ogni latitudine. Chi di voi non ha sentito affermare, con solennità austera e competente: “Non c’è nulla da fare! Il metabolismo cambia e i grassi non bruciano più. E’ inevitabile la pinguedine a una certa età.”
Tutte idiozie! Grandi come una casa.
Grazie a Dio, il corpo umano è una macchina perfetta e il cuore è il suo motore.”



Apro il capitolo dei libri che io chiamo veri, perché importanti e di peso, con il mio amico Peppe Carcaiso, antelucano degli scrittori caleni con i suoi libri “La storia di Cales” e “Calvi e l’alta Campania, tra tardo impero e Medio Evo”, due libri che dovrebbero essere in tutte le case dell’agro caleno e letti con lo stesso amore e passione con i quali l’autore li ha magistralmente scritti.


Annibale, vistosi alle strette, diede ordine ai suoi soldati di radunare un paio di migliaia di buoi sulle cui corna fece legare fasci di strami e rami secchi. Appena discese la notte, comandò di dar fuoco alle fascine e fece spingere i buoi verso le alture circostanti che, come si è visto, eran occupate dalle truppe di Fabio.”  (da “Storia di Cales”)


Splendido questo ulteriore passo che narra la distruzione dell’antica Cales da parte delle orde barbariche.


“ In piedi, ombra tra le ombre, il vecchio aveva assistito al terrificante spettacolo come rapito da un’estasi arcana e allucinata. Era lassù da ore, silente, immobile, come pietrificato. Durante tutto quel tempo, non un fremito, non un sospiro, avevano scosso le sue membra. Ma dagli occhi sbarrati, fissati nel vuoto, scendevano copiosamente lacrime silenziose e disperate, si disperdevano tra le pieghe del volto antico, sparivano nella leggera lanuggine della nobile barba bianca.
Stava per cominciare una lunga notte di piombo.
(da “Calvi e l’Alta Campania, tra Tardo Impero e Medio Evo”)

 
Da questo elenco non poteva mancare Gino Iorio, amico da sempre, poeta e romanziere fecondo e versatile, del quale mi sono premurato di aggiudicarmi i romanzi “La casa di Tonia”  e “Il posto delle aquile” quest’ultimo edito dal comune amico Giovanni Pezzulo della Casa Editrice Piccola Editalia (ora Edizioni Italia, ndr), ma soprattutto la sua prima pubblicazione di poesie “ Momenti, 99 poesie d’amore”, da me trovata nella sua prima uscita e alla quale, un giorno di questi, chiederò all'autore di apporvi una sua dedica.



I nostri sguardi


Cerco di incrociare
il mio sguardo
nel tuo
ma non ci riesco.
Non capisco
se quello che ti ho dato ieri
è il tuo desiderio oggi
ed il tuo piacere domani.




Un piccolo excursus al di fuori del cardo maximus calenus mi porta a Caserta, da quella fine poetessa che è la mia amica Vittoria Silvana Iorio, con la sua raccolta di “poesie sensuali”, come ama precisare nel suo “Respiro sottile – Il risveglio dei sensi, il risveglio dell’anima”, che contiene poesie di rara intensità.

Vittoria è autrice anche di romanzi e racconti e la sua bravura le ha permesso di vedersi pubblicati ben quattro nanoracconti nell’omonimo libro edito a cura di Pietro Damiano.



L’ultimo brindisi. "Buttò l’anello dalla scogliera e si riempì, di nuovo, la coppa fino all’orlo. Alzò decisa il calice alla luna: “Brindo al tempo, che dissolve il volto e la storia di chi non ha meriti per essere ricordato, ed io dimenticherò anche il tuo nome.”


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