I LIBRI DELLA MIA LIBRERIA
Secondo
capitolo
Al
genere di pubblicazioni, per così dire, intimiste, appartiene il mio “Corri
nonno, corri!”, che ho riletto volentieri, contenente la descrizione
accurata di posti e di tempi, volti a far perdere peso a due ultra
cinquantenni. Con piacere ho rivisto la foto di Yukon stampata sulla copertina,
con lui tranquillamente seduto, lui che è stato il nostro fedele compagno di tante passeggiate.
Dato
il tempo trascorso, potrei oggi forse scrivere anche la seconda edizione del
libro, riservandolo stavolta ai settantenni, tra i quali tra non molto potrò
annoverarmi.
“Abbiamo
sconfitto un luogo comune, tipico di ogni latitudine. Chi di voi non ha sentito
affermare, con solennità austera e competente: “Non c’è nulla da fare! Il
metabolismo cambia e i grassi non bruciano più. E’ inevitabile la pinguedine a
una certa età.”
Tutte
idiozie! Grandi come una casa.
Grazie
a Dio, il corpo umano è una macchina perfetta e il cuore è il suo motore.”
Apro
il capitolo dei libri che io chiamo veri, perché importanti e di peso, con il
mio amico Peppe Carcaiso, antelucano
degli scrittori caleni con i suoi libri “La storia di Cales” e “Calvi e l’alta
Campania, tra tardo impero e Medio Evo”, due libri che dovrebbero
essere in tutte le case dell’agro caleno e letti con lo stesso amore e passione
con i quali l’autore li ha magistralmente scritti.
“Annibale,
vistosi alle strette, diede ordine ai suoi soldati di radunare un paio di
migliaia di buoi sulle cui corna fece legare fasci di strami e rami secchi.
Appena discese la notte, comandò di dar fuoco alle fascine e fece spingere i
buoi verso le alture circostanti che, come si è visto, eran occupate dalle
truppe di Fabio.” (da “Storia di Cales”)
Splendido
questo ulteriore passo che narra la distruzione dell’antica Cales da parte
delle orde barbariche.
“
In piedi, ombra tra le ombre, il vecchio aveva assistito al terrificante
spettacolo come rapito da un’estasi arcana e allucinata. Era lassù da ore,
silente, immobile, come pietrificato. Durante tutto quel tempo, non un fremito,
non un sospiro, avevano scosso le sue membra.
Ma dagli occhi sbarrati, fissati nel vuoto, scendevano copiosamente lacrime
silenziose e disperate, si disperdevano tra le pieghe del volto antico,
sparivano nella leggera lanuggine della nobile barba bianca.
Stava
per cominciare una lunga notte di piombo.
(da “Calvi e l’Alta Campania,
tra Tardo Impero e Medio Evo”)
Da
questo elenco non poteva mancare Gino
Iorio, amico da sempre, poeta e romanziere fecondo e versatile, del quale
mi sono premurato di aggiudicarmi i romanzi “La casa di Tonia” e “Il posto delle aquile”
quest’ultimo edito dal comune amico Giovanni
Pezzulo della Casa Editrice Piccola Editalia (ora Edizioni Italia, ndr), ma
soprattutto la sua prima pubblicazione di poesie “ Momenti, 99 poesie d’amore”,
da me trovata nella sua prima uscita e alla quale, un giorno di questi,
chiederò all'autore di apporvi una sua dedica.
il
mio sguardo
nel
tuo
ma
non ci riesco.
Non
capisco
se
quello che ti ho dato ieri
è
il tuo desiderio oggi
ed
il tuo piacere domani.
Un
piccolo excursus al di fuori del cardo maximus calenus mi porta a Caserta, da
quella fine poetessa che è la mia amica Vittoria
Silvana Iorio, con la sua raccolta di “poesie sensuali”, come ama precisare
nel suo “Respiro sottile – Il risveglio dei sensi, il risveglio dell’anima”,
che contiene poesie di rara intensità.
Vittoria
è autrice anche di romanzi e racconti e la sua bravura le ha permesso di
vedersi pubblicati ben quattro nanoracconti nell’omonimo libro edito a cura di
Pietro Damiano.
L’ultimo
brindisi. "Buttò l’anello dalla scogliera e si riempì, di nuovo, la coppa fino
all’orlo. Alzò decisa il calice alla luna: “Brindo al tempo, che dissolve il
volto e la storia di chi non ha meriti per essere ricordato, ed io dimenticherò
anche il tuo nome.”