I LIBRI DELLA MIA LIBRERIA -- TERZO CAPITOLO
TERZO CAPITOLO
– da Giovanni Pezzulo a Sonia Quaranta (passando per Maria Luisa Belloni Pamela
Bonacci, Isabella Izzo e Carlo Guglielmo Izzo)
Chissà
se il mio amico Giovanni Pezzulo, ora proprietario della Casa Editrice Edizioni
Italia, ricorda il suo intervento sul periodico “Le Muse”, edito dall’Associazione “Amici della Musica” di Pignataro Maggiore.

L’articolo
offre uno spaccato molto interessante della vita di allora e rappresenta, senza
ombra di dubbio, come i campanilismi fossero anche a quel tempo molto forti e
radicati.
Al
punto che il sindaco della vicina cittadina di Bellona si premura di denunciare presunte
attività sovversive da parte dei cittadini di Vitulazio, proprio durante il secondo
giorno della Festa religiosa della Madonna dell’Agnena, asserendo, con disarmante esagerazione, che
durante la festa i “naturali”, e cioè i cittadini del luogo, si erano dati a
gridare: “Viva Francesco II (di Borbone)”.
Poco
importa, come sarà appurata nella dettagliata analisi di Giovanni, che solo due
contadini avessero inneggiato al vecchio re borbone e che entrambi fossero
completamente ubriachi.
L’episodio
dà la misura di come, anche in quei tempi, ci fossero persone che ricorrevano a
tutto per ingraziarsi i potenti di turno.
Penserà
il Giudice di allora a far luce sulla vicenda, relegandola ai suoi reali
contorni di verità.
“Il
vero e il falso viene alla luce…. E a Lei si denunzia spesso il falso. Chi
denunzia il falso è nemico della patria, è il ricercatore di vendette private,
è il disturbatore di quella pace che tanto si ricerca dalla gente..”
Per
restare nell’ambito della poesia, conservo con cura e amore la raccolta “Come
foglie al vento” di Maria Luisa
Belloni, mia collega a Milano fin dai tempi della gloriosa Fina Italiana.
Ma l’amicizia non avrebbe addolcito il giudizio, se veramente non avessi
trovato, nei suoi scritti, la grande dote di Maria Luisa di “saperci illuminare
di una luce immensa con brevi intensi impulsi” (dall’introduzione di Emanuele
Skoufas), regalandoci così una lettura fresca e leggera, che resta ancorata nel
cuore.
Spargerò
manciate
di poesia
sopra
un campo di
dolore
vero.
Raccoglierò
inusitati
fiori
del pensiero.
Tra
i libri autoprodotti merita un cenno quello di Pamela Bonacci “Due fratelli, un solo amore”.

Come tutti i libri di questo genere, al di là della bontà e dell’originalità della trama, appare evidente la mancanza di un correttore di bozze professionale, nonché di un editor che, nel caso di Pamela, avrebbe aiutato la scrittrice ad esprimersi in maniera più compiuta, arrecando un grosso valore aggiunto alla sua opera.
“Ben
vestito e dai modi molto educati, era un bel ragazzo e Lorella che si sentiva
da troppo tempo sola allungò la mano: “Piacere , sono Lorella.”
“Il
piacere è tutto mio Lorella, io mi chiamo Luigi; le andrebbe di fare una
passeggiata?” Lei aveva appena finito di consumare il caffè.”

Altra scrittrice e altro genere. Quello fantasy intrapreso dapprima con “Habor – Storia di un regno” e poi con “La schiava dei Tudor”, quest’ultimo con un ottimo riscontro di vendite e di critica. Così Isabella Izzo risulta oggi una delle nostre più belle e promettenti realtà editoriali.
Uno
di questi giorni, anche da lei dovrò farmi fare un bella dedica sui suoi libri, il secondo
dei quali è veramente coinvolgente e appassionante, un bel librone di
quattrocentocinquanta pagine.
“Sulla
strada del ritorno Masala sperò che il padre decidesse di fermarsi nuovamente
al villaggio di Sarah, ma sfortunatamente per lui, che desiderava di rivedere
la ragazza, lord Charl preferì non fare soste. Verso metà pomeriggio furono a
Whitby.
Quando varcarono la soglia di casa il fedele Billo saltò gioioso tra le braccia del padrone per dargli il benvenuto.” (da “La schiava dei Tudor”).
Quando varcarono la soglia di casa il fedele Billo saltò gioioso tra le braccia del padrone per dargli il benvenuto.” (da “La schiava dei Tudor”).

Con l’occasione della messa in ordine del mio patrimonio librario, riscopro anche una bella raccolta di fotografie di un mio amico e parente, Carlo Guglielmo Izzo, che racconta in “Capri” le tante, infinite bellezze dell’omonima isola..
Istantanee
pregevoli, che di volta in volta immortalano la vista dell’isola dai terrazzi
del Cesare Augusto o dalle finestre che danno sulla famosa Piazzetta, o dai mille spunti e panorami che la splendida isola offre..
Come
recita l’autore “un vero e proprio atto d’amore per tutte le molteplici intense
emozioni che essa ha saputo regalarmi nei tanti anni della sua frequentazione.”

Anche in questo caso, però, il Self Publishing ha danneggiato, seppur di poco, la qualità dell’insieme, non essendosi potuta giovare l’autrice di collaboratori professionali nei ruoli di correttore di bozze e di editor.
“Ma
ciò che Margaret trovava più straordinario di tutto, era lo scenario dove si
svolgeva la serata in una splendida notte di maggio.
Infatti
la sfilata ebbe luogo in Piazza di Spagna; una delle più note e suggestive
piazze della città. Faceva da sfondo e da passerella la scenografica scalinata
di Trinità dei Monti, che scendeva frivola nelle sue dodici rampe di
travertino, ricoperta di azalee fiorite.”