I LIBRI DELLA MIA LIBRERIA



Primo capitolo
– da Angelo Capuano a Maria Rosaria Altieri (passando per Pietro Nardiello e Mario Rossi.)
Mai stanco di leggere, di tutto, dalla collezione storica di Tex, di cui vado molto fiero, ai romanzi di Grisham e King, Dan Brown,  Roberto Saviano e molti altri, recentemente ho dovuto provvedere ad allargare la mia libreria
Trovandomi a fare ordine tra tanti libri, negli ultimi tempi ammassati alla rinfusa, ho riscoperto testi di autori, poeti e scrittori, tutti miei amici e conoscenti sia di Calvi Risorta, che di paesi vicini e anche di altre parti d’Italia.
Con piacere ho perciò riavuto tra le mani il dramma storico in quattro atti “La caduta di Cales”, di Angelo Capuano, che è stato a suo tempo un ottimo sindaco della cittadina di Calvi Risorta e insigne rappresentante del popolo caleno. Nel libro si narra la storia della presa di Cales da parte del Console Corvo, così come narrata da Tito Livio nei suoi Annales (Livio, VIII, 16).
Angelo ha composto il suo dramma come un’opera teatrale e inizia la narrazione col vecchio senatore Fufio che conforta la moglie Lamia sulla sorte del proprio figlio, che si chiama anche lui Fufio.
Vecchio Fufio: “Su, cara, su! Il tuo pianto aumenta la nostra preoccupazione, perché la tua salute c’è cara come la vita di nostro figlio. Sono certo che Fufio è salvo e tornerà.”
Fufia (figlia del vecchio Fufio): “E’ vero, mamma, attraverso Porta Gemina, ogni giorno arrivano profughi costretti a seguire un lungo cammino attraverso i boschi del Monte Callicola per sfuggire alle pattuglie romane e tra essi vi sono molti soldati. Anche ieri il fratello di Veneria ha seguito quella strada.”
Subito dopo, ho preso in mano “Un sogno meraviglioso”, dell’amico giornalista e scrittore Pietro Nardiello, memoria dell’alluvione avvenuta a Soverato, nel cosentino, il 10 settembre del 2000, ove il torrente Beltrame spazzò via l’intero campeggio denominato “Le giare”, portandosi dietro anche la vita di tredici occupanti dello stesso, tra i quali il custode, il cui corpo non fu più ritrovato.
Ben sintetizza l’intero racconto Gemma Gesualdi, presidentessa Brutium, I calabresi nel mondo, Nardiello con questo libro ha riformulato con contenuti insoliti ma efficaci e subliminali quella denuncia che ogni calabrese si porta dentro contro il dissesto idrogeologico di tutto il territorio regionale, le speculazioni edilizie, l’abusivismo selvaggio e l’incuria di quell’ambiente di cui siamo orgogliosamente fieri.
Scorrendo altri titoli, ho rivisto il libriccino di quel letterato sui generis di mio zio, fratello di mia madre, Mario Rossi, che nel suo “Gente a posto” traccia un quadro della Calvi dell’epoca, quanto mai coinvolgente, aggiungendo nelle parti finali anche alcune poesie, sue e di sua sorella Bruna.
“La strada si snodava in discesa fino all’incrocio con la provinciale e dopo questa risaliva addentrandosi tra due pareti incombenti, piene di forre e di rovi selvaggi. Qui, nell’ombra e nella frescura improvvise, noi ragazzi ammutolivamo, perché correva voce che in quei buchi protetti dai cespugli facessero la tana i lupi.”
Ho riscoperto inoltre la bellissima “Via Crucis” di quella straordinaria scrittrice che è Maria Rosaria Altieri, che nella sua “reticenza e ostinazione al silenzio”, come ha commentato sua sorella Carmen che ha provveduto a stampare lo scritto a insaputa dell’autrice e che spiega la sua decisione e la forzatura “quasi violenta” della pubblicazione, col fatto che la stessa è stata dettata dal tentativo “di non smarrire le parole che nascono misteriosamente dal cuore di taluni scrittori che non sanno cosa spinge e dove conduce la mano ancorata alla penna”.
II Stazione – Gesù è caricato della Croce. “Non posso rinnegare di avervi amati se ho sofferto, non posso soffrire questa Croce se prima non vi ho amati, e sarebbe impossibile dire di amarvi se non fossi pronto a morire e sarebbe inutile morire se non credessi che voi possiate amarmi.”



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