Immondizia e ancora immondizia
Bastano due giorni e la cittadina calena si ritrova invasa dall’immondizia. Dovunque cumuli di sacchetti maleodoranti, gettati alla rinfusa dove capita, che si moltiplicano in progressione geometrica. Dove ce ne erano due, dopo dieci minuti ce ne sono cento. E’ la sindrome dell’aggregazione, del metti il pattume dove sta già, quasi a volere liberarsi della sporcizia che ognuno di noi ha dentro. Passano i gatti e i cani randagi, altra dotazione di cui la nostra cittadina, al pari di tante altre, è piena. I cumuli cominciano a disgregarsi, i sacchetti a lacerarsi lasciando fuoriuscire lezzi da capogiro. Di notte è il turno dei topi a farla da padroni. Girano tronfi e gonfi sulla monnezza, con cipigli e atteggiamenti che neanche il gatto più grosso si arrischia a disturbare, vedendone alcuni più grossi e pasciuti di loro. Ci mancava la pioggia a sciogliere miasmi in rivoli maleodoranti di colori mefistofelici. Al tempo di Dante forse il problema non era così sentito, altrimenti avrebbe in...