Immondizia e ancora immondizia

Bastano due giorni e la cittadina calena si ritrova invasa dall’immondizia.
Dovunque cumuli di sacchetti maleodoranti, gettati alla rinfusa dove capita, che si moltiplicano in progressione geometrica.
Dove ce ne erano due, dopo dieci minuti ce ne sono cento.
E’ la sindrome dell’aggregazione, del metti il pattume dove sta già, quasi a volere liberarsi della sporcizia che ognuno di noi ha dentro.
Passano i gatti e i cani randagi, altra dotazione di cui la nostra cittadina, al pari di tante altre, è piena.
I cumuli cominciano a disgregarsi, i sacchetti a lacerarsi lasciando fuoriuscire lezzi da capogiro.
Di notte è il turno dei topi a farla da padroni.
Girano tronfi e gonfi sulla monnezza, con cipigli e atteggiamenti che neanche il gatto più grosso si arrischia a disturbare, vedendone alcuni più grossi e pasciuti di loro.
Ci mancava la pioggia a sciogliere miasmi in rivoli maleodoranti di colori mefistofelici.
Al tempo di Dante forse il problema non era così sentito, altrimenti avrebbe inserito nei gironi dell’Inferno anche quello della monnezza.
A farlo oggi, il girone sarebbe sovraffollato di ospiti, in gran parte politici, ma anche affaristi, speculatori, malaffaristi di professione, che sulla monnezza giocano un ruolo decisivo.
Poi, se non bastasse, ci si mettono i verdi e gli ecologisti dell’ultima ora. Tutti vorrebbero gli inceneritori, i degassificatori, gli sversatoi, le discariche, perché così non avrebbero davanti agli occhi lo spettacolo indegno di strade trasformate in discariche.
Basta però che non stiano davanti o vicino alle loro abitazioni.
Così la sera vedi girare gente col sacchetto, intenta a trovare un posto sicuro dove gettarlo di nascosto.
E il posto più sicuro, neanche a dirlo, è quello lontano da casa propria.
Certo, la cosa migliore sarebbe quella di tenerlo in casa questo benedetto sacchetto per un giorno o due e aspettare che la ditta riprenda il giro regolare.
Bisognerebbe però avere due cose: un senso civico (che da noi è sotto la rotula) e la garanzia della puntualità del ritiro.
Come dicevano i latini, ad impossibilia … con quel che segue.

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